mercoledì 3 maggio 2017

LE BEATRICI di S. Benni

Molteplici voci si susseguono nello spettacolo ideato da Stefano Benni, diverse realtà e epoche fanno capolino in Le Beatrici, un'opera che va letta tutta d'un fiato.


Come già detto si tratta del copione di un'opera teatrale composta unicamente da monologhi femminili, intervallati da poesie divertenti e ironiche. Anche le parole pronunciate dalle protagoniste sono grondanti di sarcasmo e di satira, ma sono allo stesso modo taglienti e crudeli; esse portano alla luce il marcio della loro epoca e della loro realtà,che le avvolge e le distrugge.
Tra le donne di Benni emergono di sicuro in modo chiaro le figure di Beatrice e della Vecchia.
Quest'ultima racconta la vita di abusi che ha dovuto sopportare in gioventù e come il suo corpo, ormai anziano e decadente, non rispecchi l'anima giovane e vogliosa di vita che racchiude in sè. Le sue parole sono affilate e attaccano il lettore/spettatore senza pietà, mira a ferire. Le sue parole sono piene di sarcasmo quasi a voler nascondere il dolore che prova dentro di sè, la vergogna per quello che ha subito, arrivando a giustificarlo. E' una donna che non vuole mostrare la sua fragilità, ma poi si arrende e chiede di essere liberata, per poi tornare a richiudersi dietro una maschera di strafottenza solo per poter preservare la sua dignità.
E' una donna che non ha un periodo storico preciso dove poter essere collocata, la sua storia è simile a quella di molte altre ragazze che si sono trovate costrette a subire delle violenze, che non vogliono denunciare perché temono di perdere la loro forza, la loro indipendenza, la loro voce, sbagliando.
Il mio personaggio preferito, però, è e rimane Beatrice, o meglio la Beatrice di Dante. La ragazza che abbiamo imparato a conoscere attraverso le poesie del Sommo Poeta si rivela a noi in tutta la sua femminilità e in tutto il suo voler essere donna. 
E' un personaggio forte e caparbio che vuole vivere, che vuole essere amata come donna reale e non come mera creatura angelica da osannare attraverso canti.
Spiritosa e senza pelli sulla lingua, Beatrice ci racconta come essere la musa di un poeta possa avere dei pro e, molti, contro, la difficoltà di vivere in un momento storico dove la libertà è solo maschile e la donna, invece, debba essere vista come una creatura quasi divina.
A renderla ancora più vicina a noi questo è la presenza di riferimenti al nostro tempo, il che rende tutto ancora più divertente grazie alla compresenza della dialettica medioevale con quella contemporanea.
Benni è riuscito a catturare in modo autentico, e pieno, la realtà del mondo delle donne, la continua compresenza di diversi ruoli e stati d'animo nella figura femminile: angelo/diavolo, madre/lavoratrice, forte/fragile... Questi aspetti emergono in modo più o meno chiaro nelle vicende di tutte queste figure, portando in alcuni momenti a riflettere sulle loro storie, sul modo di rapportarsi con la sfera femminile e sul modo di vivere.
Vi lascio qui sotto il link per poter vedere il video di Cimdrp che legge il primo capitolo, quello appunto dedicato a Beatrice, e ci vediamo alla prossima recensione.
Buona lettura!



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