lunedì 21 agosto 2017

FINO ALL'OSSO



Anno:2017
Regista:Marti Noxon
Attori: Lily Collins, Keanu Reeves, Alex Sharp

Un'altra opera meravigliosa e targata Netflix che mira a far conoscere al grande pubblico una malattia che affligge moltissime persone e di cui non si parla mai abbastanza, ovvero l'anoressia.
Ellen è una giovane artista che entra ed esce di continuo da centri di riabilitazione per i disturbi alimentari, finché la sua matrigna non le trova la casa di cura del dottor Beckham. All'interno di questa casa vi sono sette ragazzi con diverse storie, disturbi e manie, tra di loro ci sono sia persone che continuano a ricadere nel tunnel del disturbo, ma vi sono anche quelli che stanno risalendo dal fondo. Fra questi c'è Luke a cui Ellen si lega e che sembra infonderle la voglia di guarire.
Purtroppo un fatto imprevisto e terribile porta la ragazza a crollare: riprende il controllo della situazione ritornando a digiunare, arrivando a sfiorare il tragico epilogo.
Questo film rompe il tabù che avvolge questa malattia, mostrando anche in modo crudo gli effetti  di questa e come sconvolge la vita delle persone affette e la sfera familiare.
Lily Collins è magistrale, donandoci una Ellen fredda verso il mondo che la circonda, che cerca l'annientamento per una colpa che non è sua: è lei che deve portare il peso dell'inadeguata capacità dei genitori di non riuscire ad aiutare o comprendere il malessere del figlio. Ellen diviene 'un problema' da far rimbalzare da una porta all'altra, da una clinica all'altra,e non più una persona che necessità di cure e di positività.
Purtroppo non ci è dato sapere quanto il personaggio di Ellen abbia a che fare con quello che ha portato la stessa Lily a seguire la via dell'anoressia, ma di sicuro l'attrice è riuscita a trasmettere il reale turbamento e orgoglio nel perdere peso di coloro che sono affetti da questo disturbo (state attenti alle microespressioni di Lily/Ellen!)
Personaggio che ho apprezzato molto è Luke, interpretato da Alex Sharp, che combatte la sua malattia attraverso l'esuberanza e la perenne positività. Unico ragazzo all'interno della casa famiglia è anche l'unico che incoraggia le altre a superare le loro riserve verso il cibo. Il suo percorso è un continuo crescendo di successi, ma rischierà di perdere tutto dopo una tragedia, mostrando come questa sia una malattia che rimane sempre al fianco delle persone che ne sono affette, pronta ad attaccarle nel momento di debolezza.
Fino all'osso si pone l'obiettivo di portare a luce alcune delle sfaccettature di questa malattia, rompendo il tabù in cui si trova, e spingendo le persone che ne soffrono a combattere per essere nuovamente liberi di vivere a pieno la vita. Ma spinge anche le persone vicine ai malati a interrogarsi
su quali siano i reali motivi che spingono questi a cercare di mantenere il controllo esercitandolo sul cibo. Il malessere di Ellen sembra arrivare proprio dalla mancanza capacità delle persone intorno a lei di comprendere che è lei quella che deve essere aiutata, non sono loro ad essere compatite o incoraggiate, che questo malessere non deve essere giustificato bensì combattuto, cosa che Beckham cerca di fare, ricordandogli che loro sono vivi e ciò basta per lottare.
Molte sono state le polemiche riguardo il fatto che questo film possa portare la gente a pensare che sia cool soffrire di questa malattia, ma credo che non abbiano visto la stessa pellicola che ho visto io, ma solo la prima mezz'ora. E' vero, all'interno della casa ci sono delle ragazze bellissime come Kelly o Tracy, ma si vede anche Pearl che viene intubata perché non mangia e che va in panico quando scopre le calorie all'interno della sacca. Vi sono le immagini di una festa, di una gita dai toni poetici, un amore dolce e delicato che nasce tra due persone che lottano per sopravvivere, ma che vengono immediatamente controbilanciante da tragedie, dalla paura di perdere il controllo e dalla ricaduta nel tunnel.
C'è della poesia all'interno del film che si contrappone alla tragedia, che ha lo scopo di sottolineare come ci siano dei motivi per cui vivere, che c'è qualcosa per cui vale la pena ingoiare un paio di calorie in più per essere in grado di reggersi in piedi e vivere a pieno.
Penso che questo film può essere un grande passo avanti verso un discorso più ampio e approfondito riguardo a questo argomento, che può permettere di comprendere almeno un po' cosa scatta nella testa di queste persone e di cosa sono costretti ad affrontare.

Buona visione!


lunedì 14 agosto 2017

BABY BOSS

Anno:2017
Regista: Tom McGrath
Attori:Alec Baldwin, Lisa Kudrow, Steve Buscemi, Tobey Maguire, Jimmy Kimmel



Tim Templeton è un bambino con una fervida immaginazione, con dei genitori meravigliosi e una vita invidiabile, finché non arriva quello che dovrebbe essere il suo fratellino: un bebè in giacca e cravatta, accompagnato da una ventiquattro ore e dai modi un po' strani.
L'arrivo di questo nuovo membro porterà Tim  a sentirsi solo e ignorato perciò, quando capisce la vera origine del bebè, decide che avrebbe trovato il modo di mascherarlo ai suoi genitori, ma quando ogni piano fallisce i due decidono di fare un patto: il Baby Boss se ne sarebbe andato se Tim lo avesse aiutato a scoprire ciò che minaccia le nascite dei bambini.
La storia è costruita veramente bene, l'intreccio narrativo è abbastanza semplice ma può essere gradito anche da un pubblico adulto, come le citazioni musicali e cinematografiche presenti all'interno della pellicola. Ad uno sguardo più maturo può sorgere anche il dubbio che l'intera storia sia tutta una finzione, una favola, che il protagonista ci racconta. Infatti il film inizia con Tim che ammette che i suoi genitori gli hanno sempre detto che era un bambino molto fantasioso, ed essendo lui il narratore, ci troviamo a mettere in discussione quello a cui assistiamo. Questo mettere in dubbio la vicenda viene anche sottolineato da alcune inquadrature, Fast&Furios  che poi, viste dalla prospettiva dei genitori, diventa una scena normalissima con una lentissima macchinina a pedali.
come ad esempio (non è uno spoiler, perchè c'è anche nel trailer) l'inseguimento con le macchinine che fa concorrenza ai vari
Ma oltre ai diversi modi di vedere la storia anche i problemi che vengono presentati si rivolgono sia al mondo dei più piccoli sia a quello dei più grandi, parlando sia dell'amore tra fratelli sia del crollo delle nascite. Viene proposto come al solito lo schema dei bambini che comprendono la realtà prima degli adulti, ma a fare la parte del guastafeste non è il genitore bensì il piccolo Baby  Boss, che copre il ruolo del vero adulto della storia. I due genitori, infatti, incoraggiano l'unione dei bambini e a vivere le loro avventure, bensì è il bebè che si concentra sulla carriera che non comprende il mondo infantile a cui avrebbe dovuto appartenere.
Vi consiglio caldamente questo film d'animazione divertente e pieno di significato.
Buona visione!

lunedì 7 agosto 2017

SHADOW PLAY (Il fuorilegge della notte vol. 2) di D. Finn

 Quasi un anno fa è iniziata l'avventura di Cisco Suarez, negromante e ex zombie assassino, uomo assetato di vendetta per la morte dei suoi cari e per i dieci anni passati alle dipendenze di un terribile vampiro. Cosa succederà adesso al nostro amico?


Dopo aver ucciso il vampiro che lo aveva soggiogato e pensando di aver capito per quale motivo era stato assassinato, Cisco continua la sua indagine per scoprire chi ha ordinato tutto e chi ha aiutato il vampiro nell'incantesimo. Purtroppo tutto ciò è reso complicato dalla presenza di un poltergeist, che è deciso ad uccidere il negromante.
All'inizio pensavo che la questione del fantasma fosse un modo per inserire più azione nella parte iniziale del romanzo, ma più la storia progrediva più la vicenda prendeva un senso, tanto da essere l'origine di uno stupefacente colpo di scena finale.
Come nel primo capitolo, Domino Finn ci regala personaggi con enormi zona d'ombra, ma questa volta tutto risulta ancora più complesso da comprendere perché va ad intaccare personaggi impensabili. Tutto risulta messo in discussione dalle ultime scoperte di Cisco, dubitando di chiunque e del suo reale ruolo nella vicenda.                                                                                 Ho apprezzato il personaggio di Milena, l'amica di infanzia di Seleste, sorella di Cisco, e lo spazio che le è stato dato. La ragazza diviene per un breve periodo compagna d'avventura del negromante, portando quel tocco di coraggio femminile che non guasta nella storia. Purtroppo la sua presenza sarà breve, ma carica di significato. Spero che ritorni nuovamente nel prossimo capitolo.
Cisco rimane il solito ragazzo che agisce senza avere un vero e proprio piano e sempre con la battuta pronta, sta iniziando a essere un po' più maturo, ma penso che le cose miglioreranno con il prossimo volume, soprattutto dopo le ultime pagine.                                                                                                   Il sole di Miami è soffocante e fa da sfondo a tutte quelle situazione in cui il protagonista è a disagio, mentre è nelle ombre che trova la sua casa, la sicurezza, si innesca così un forte simbolismo riguardo
alla vita di Cisco, che otterrà una maggiore rilevanza nelle ultime battute.   Questo secondo capitolo è stato degno successore del primo e spero anche degno predecessore di un terzo volume che potrebbe portare alla risoluzione del mistero oppure ci potrebbe portare ad immergerci ancora di più nell'oscuro mondo della magia delle ombre.                                             Buona lettura!