giovedì 5 maggio 2016

ALICE FROM WONDERLAND di A.Coppola




Non avevo mai letto nulla del genere, quindi non sapevo cosa aspettarmi. Be'...ne sono rimasta estasiata!
La storia è scritta benissimo, in modo scorrevole, che scivola via senza troppi problemi. Si rimane incollati alle pagine in attesa di quello che succederà e quando si arriva all'ultima pagina c'è quasi un senso di vuoto che ti fa desiderare di averne ancora.
Ma non dilunghiamoci troppo e iniziamo con la trama: una giovane ragazza priva di memoria appare nelle strade innevate di un piccolo ma elegante paesino inglese e viene, immediatamente, accolta dalla famiglia Richardson. Questi hanno appena perso la figlia e credono di poterla sostituire con questa misteriosa ragazza, tanto da chiamarla con lo stesso nome: Astrid.
Astrid, però, non riesce a entrare nello schema che le viene proposto, in quanto si sente inadeguata all'ambiente che la circonda. Ossessionata da sogni bizzarri e da voci misteriose che le parlano si sente pazza e comincia a coltivare il desiderio di conoscere il suo passato, per trovare finalmente delle risposte a tutto.
Finché non incontrerà Edmund, un ragazzo ritrovato, anche lui, privo di memoria. Astrid si sente legata a lui e quando questo fugge troverà la forza per abbandonare tutto e iniziare un nuovo viaggio che la porterà nel Sottomondo, che è un po' troppo ...sopra.

Sono rimasta affascinata e catturata dal modo di scrivere della Coppola. Non ho sentito il peso delle pagine che scorrevano, ma mi sono immedesimata in Astrid così tanto da riuscire a percepire tutto quello che provava lei. 
All'inizio sembra di essere in un limbo, dove non si sa cosa accadrà e perché. La protagonista non sa chi è, qual'è il suo carattere e perciò segue l'istinto, portandoci a stare con il fiato sospeso, cercando di prevedere la sua prossima mossa. Cerchiamo le risposte in alcuni indizi o in personaggi e sensazioni che ci vengono presentati, finché non entriamo in Wonderland.
Anche se, come ci hanno insegnato le varie trasposizioni cinematografiche di Alice nel Paese delle Meraviglie, il Sottomondo è un luogo colorato e pieno di allegria, qui è più malinconico. I personaggi sono cambiati da quando li abbiamo abbandonati insieme alla piccola Alice, e alcuni di loro si sono sciupati, scoprendo l'amore, l'abbandono, la rabbia e la gelosia. Sono più umani e più cruenti, che preferiscono a volte risolvere il problema a pugni che attraverso indovinelli o giochi di parole o logica non-sense.
Ma la sensazione che pervade tutto è nostalgia. C'è nostalgia della sicurezza, di casa, del mondo infantile, di quando tutto andava bene. La storia ci regala la stessa sensazione di quando si guardano le vecchie fotografie, quelle color seppia, che danno proprio il senso di un tempo troppo lontano e che non può essere più vissuto, ma che era infinitamente più bello.
Consiglio questo libro a chiunque. A tutti coloro che vogliono tornare nel Mondo delle Meraviglie e vivere di nuovo quella magia, quei sogni e quella pazzia, senza illusione che nulla sia cambiato.
Ma soprattutto per ricordarci che un'opera sopravvive al suo autore e continuerà a crescere anche senza di lui.
Buona lettura.

ATTENZIONE ATTENZIONE ATTENZIONE!
Sotto l'immagine ci saranno altri dettagli/riflessioni/informazioni riguardanti il libro, ma che contengono SPOILER, quindi se non li temete o avete già letto il libro potete continuare, se no tornateci quando lo avete letto.
Io vi ho avvisato!

Bene, se non è chiaro ripeto: questa parte della recensione contiene spoiler, ma dovevo metterla perché volevo rendervi partecipi di alcune cose che mi sono piaciute un sacco e che ho adorato, ma rischiavo di spoilerarvi il finale o parti fondamentali della trama, quindi meglio farlo in separata sede e avvisando del rischio.
Ci sono rimasta un po' male nello scoprire che, oltre alla somiglianza, Alice e Astrid non condividessero nulla. Mi ero fatta dei castelli in aria, dopo i primi capitoli, sul perché queste due fossero identiche, che è stato un po' triste non avere una motivazione più elaborata, se non: si assomigliano, punto.
Ma devo dire che questa mancanza si perdona velocemente soprattutto con l'entrata in scena di Edmund. Poche righe e avevo già deciso che era il mio personaggio preferito. Buffo, irriverente, dolce e simpatico, è il personaggio a cui donare il proprio cuore e che ti fa desiderare di fare un patto con il diavolo per incontrarne uno così.
Proprio per questo ho odiato Astrid/Alice che per interi capitoli si dimentica di lui perché troppo presa da un dandy vestito sempre di blu. Si tratta di Algar, un personaggio che non sai se riempire di baci e attenzioni oppure prendere a schiaffi dalla mattina alla sera, è un continuo altalenare di amore e odio per lui.
E' probabilmente è il personaggio di cui sapiamo di più, tanto da poter dire che è il co-protagonista della storia, infatti è l'unico che può vantare dei frammenti di storia raccontati dal suo punto di vista. Veniamo, così, a conoscenza dei dolori lo affliggono e come cerca di annegarli, cosa prova e quali sono i suoi sentimenti. Viene eletto, così, il personaggio bello e dannato del libro, alla ricerca della vera felicità e che non si ferma di fronte a niente pur di ottenerla.
Si apre così la sfida tra il Cappellaio e il Brucaliffo per il cuore di Alice.
Una vicenda che non avrà mai un lieto fine assoluto, a mio parere.
Siamo fin troppo consapevoli dei motivi, dei sentimenti ,che muovono Algar, ma allo stesso sappiamo che Alice ed Edmund sono uniti sin da quando Carrol li ha immaginati. E ciò è palese fin da subito, dal momento che è il tocco di Edmund che fa ritornare la memoria ad Alice e non quello di Algar, che incontra prima. Eppure la nostra protagonista non riesce a non pensare al Brucaliffo, ricordando i momenti bellissimi che ha passato e a quello che provava per lui, anche se in quei momenti veniva manipolata o drogata.
Spero che nel secondo libro ci sia un lieto fine per il nostro caro bruchetto blu, perchè potrei rimanerci molto male se rimanesse solo soletto, mentre gli altri realizzano il proprio sogno.
Altro personaggio che ho amato è Rupert, il Bianconiglio. Geniale e irriverente, riesce a tenere testa a Edmund senza problemi. E' l'unico, fino ad adesso, ad amare il nostro mondo, tanto da volerci restare. E' perfettamente integrato, ha un lavoro, una passione e il suo sogno è di fare l'inventore e lo scienziato insieme a Tesla. 
E' un personaggio concreto e reale, che ha già trovato in qualche modo il suo happy ending, mentre tutt'altro destino aspetta Wade, il caro vecchio Stregatto. Questo personaggio che riveste il ruolo del fratello maggiore della compagnia di matti, ha un carattere e uno spessore che dovrebbero essere maggiormente sviluppati. Secondo me dovrebbe avere più spazio per svilupparsi, per emergere, essere un po' più protagonista, non solo una pedina, soprattutto visto il ruolo che ricopre nella versione originale della storia. Di sicuro il suo personaggio ha maggiore spessore nello spin-off a lui dedicato, ma sembra esserci ancora, tanto altro, sotto le apparenze da farmi desiderare di saperne ancora di più.
Ed è questo che amo di questo libro, mi continua a lasciare il bisogno di saperne ancora, di conoscere meglio quei personaggi che stanno diventando così familiari. Ho voglia di vivere ogni giorno delle avventure con loro.
Perciò, sì! Leggetelo!
Ri-buona lettura e al prossimo post! 

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