mercoledì 18 maggio 2016

BLUE DREAM di A.Coppolla

Mi sono ripetuta per giorni 'Aspetta...Aspetta...Devi studiare, ci sono gli esami, hai da fare altro...' ma poi sono capitolata e, app di Kindle alla mano, ho comprato subito Blue Dream di Alessia Coppola.
E solo il Grande Demone Celeste sa quanto l'ho amato!
Già dal titolo traspare che l'eroe di questa storia sarà Algar, il nostro meraviglioso e dannato principe di blue vestito, conosciuto anche come Brucaliffo.
Lo ritroviamo dove lo abbiamo lasciato in 'Alice from Wonderland' (qui la recensione: http://fangirlsam.blogspot.it/2016/05/alice-from-wonderland-di-acoppola.html), ovvero affranto per aver perso la sua cara Alice, ma determinato a ritrovarla in un modo nell'altro. L'unica soluzione che trova è quella di fare un viaggio nel tempo e tornare nel passato, prima che la sua amata rincontri Edmund, ma qualcosa va storto e si ritrova nel futuro, precisamente nel 2015, finendo letteralmente tra le braccia di Aline, una ragazza che assomiglia terribilmente ad Alice, e che nasconde un segreto...
Come con il primo capitolo delle avventure di Alice, sono rimasta estasiata nel trovarmi dentro un mondo di inchiostro che sembra scivolare troppo velocemente sotto gli occhi e che mi fa bramare al più presto tra le mani una nuova storia. L'ho divorato in poche ore e mi ha fatto amare ancora di più un personaggio che già appezzavo molto, grazie al suo atteggiamento da bello e dannato, ma, soprattutto, per quella poesia che regalava a ogni sua apparizione.
Se nel primo capitolo della saga Algar era una nuvola di fumo in continuo cambiamento, oscillando tra eroe romantico a terribile antagonista, alla ricerca continua e senza tregua di Alice, qui diventa un essere concreto e complesso. Non è più un uomo in pieno possesso delle sue capacità e inserito in modo perfetto nella società, bensì è spaventato e confuso da ciò che lo circonda. Non ha più il suo Oppio blu, i suoi modi di fare sono antiquati e ciò che lo rendeva un dandy maledetto ora lo rendono solo uno dei tanti. E' a disagio in questa società del futuro e si sente fuori posto, e questa sensazione arriva anche a noi. In poche frasi ci viene regalata una panoramica critica sulla nostra
epoca, su come tutto sia diventato privo di valore nel corso degli anni, profondando in un vortice dove il peccato cammina al nostro fianco, senza però usare il solito tono da paternale che di trova in giro.
E di queste decadenza ce ne rendiamo doppiamente conto quando, dopo momenti di puro romanticismo e frasi piene di poesia, entriamo nella mente di Aline.
Figlia del nostro tempo, questa ragazza riesce a distruggere i momenti più romantici con domande che ci risultano quasi stupide e fuori luogo. Il fatto di non avere un numero di telefono da chiamare o a cui scrivere un messaggio la spiazza e la confonde, facendole temere un qualche segreto o un brutto scherzo nei suoi confronti. Eppure, ad una semplice riflessione, se ci fossimo trovati al posto di Aline o ci fossimo imbattuti in una storia del genere dove non sapevamo le origini della controparte maschile, ci saremmo preoccupati anche noi, ponendoci le stesse domande.
Perciò, mi sembra, spontaneo chiedermi come sia possibile che siamo diventati così sterili da non riuscire a goderci la persona che abbiamo di fronte e come un gesto romantico e più concreto di un messaggio ci possa confondere, facendoci dubitare di chi amiamo.
Ma Aline alla fine supera questa diffidenza, instaurando con Algar un rapporto reale, privo di inganni, che va oltre la normalità e il tempo.
Questa volta ci troviamo di fronte a una storia d'amore ricca di romanticismo e di poesia, che va oltre gli schemi e le distanze che abbiamo sempre visto, ma che lascia, con il finale, un retrogusto amaro e la speranza di un happy ending che forse troveremmo nel prossimo capitolo della serie.


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