Sir Ingwell è un archeologo inglese che ha deciso di dedicarsi allo studio della prima colonia sul suolo americano e il suo repentino abbandono. Infatti, molte leggende narrano di una tribù vichinga che abbandonò le proprie case dopo una misteriosa e cruenta strage.
Le sue ricerche non sono ben accette dagli indigeni della costa canadese su cui si trova il sito, così chiede aiuto a Bryan, un Cacciatore, una specie di avventuriero sotto gli ordini della regina Vittoria. Le loro ricerche gli porteranno, però, a confrontarsi con qualcosa di antico e pericoloso, qualcosa che era meglio rimanesse nascosto nei meandri della terra.
Ceretoli ci regala un primo capitolo da brivido e impregnato di mistero, con una piccola e minuscola pecca: è troppo breve! Molte cose ci vengono dette, ma non approfondite a dovere e risolte, portandoci ad aspettare un seguito, che spero arrivi presto.
Ceretoli ci regala un primo capitolo da brivido e impregnato di mistero, con una piccola e minuscola pecca: è troppo breve! Molte cose ci vengono dette, ma non approfondite a dovere e risolte, portandoci ad aspettare un seguito, che spero arrivi presto.
La storia, a mente fredda, può apparire sotto alcuni punti scontata, ma mentre lo leggiamo non ce ne rendiamo conto. Il modo di narrare di Uberto ci porta a immergerci completamente nelle parole: sentiamo anche noi il profumo del mare o il rumore delle onde, ma sentiamo anche l'angoscia e la paura primitiva che ci fa desiderare di tornare indietro e non aver mai voluto sapere.
Uno stile di scrittura perfetto per la storia che ci vuole raccontare e che ci porta davanti agli antichi dèi, creature orribili e letali, e il fatto che il loro risveglio si ripeta ci mostra come, alcune volte, l'uomo sia stupido e spericolato, troppo affamato di gloria, denaro e potere.
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