sabato 22 ottobre 2016

Generation War (Le nostre madri, i nostri padri) (I stagione)

Solitamente siamo abituati a vedere la Seconda Guerra Mondiale attraverso la storia dei deportati ebrei o degli Alleati grazie a produzioni quasi sempre americane, con eroi che combattono per la libertà e con coraggio. Nel 2013, però, una casa di produzione tedesca diede avvio a un progetto diverso: una mini serie di 3 episodi (in Italia 2) che racconta la guerra attraverso le storie di 5 ragazzi tedeschi.


E' la notte prima della partenza per l'Operazione Barbarossa, la missione che avrebbe portato la Germania a vincere la presunta guerra lampo conquistando la Russia. Cinque ragazzi, amici d'infanzia, si incontrano in un vecchio bar, promettendosi di ritrovarsi pochi mesi dopo, per il Natale, per festeggiare la vittoria e i loro successi.
E' così che facciamo conoscenza dei protagonisti, un gruppo eterogeneo fatto da persone che più o meno credono e capiscono la gravità della situazione.
Abbiamo Wihelm Winter un giovane tenente già tornato da due missioni in Francia e in Polonia. E' un uomo ligio al dovere e che è sicuro della riuscita della nuova Operazione, ben voluto da tutti, è un uomo coraggioso e crede fermamente nel Reich. Di tutt'altra opinione, invece, è suo fratello Friedhelm, che non solo non crede nella guerra, a cui è costretto a partecipare come soldato, ma nemmeno nella vittoria della politica hitleriana, proprio questa sua convinzione lo porterà ad essere odiato dai suoi commilitoni.
C'è poi Charlotte, una ragazza romantica e devota alla patria che, appena le è possibile, diventa crocerossina. Come Wihelhem, di cui è segretamente innamorata, crede nella forza della Germania e in ciò che dice la propaganda.
A Berlino rimarranno Viktor e Greta. I due sono una coppia inseparabile che nemmeno la minaccia delle leggi razziali sono riuscite a troncare il loro amore.
Lei è una ragazza vivace ed esuberante, il suo sogno è quello di diventare una cantante famosa. Vive la guerra con ingenuità, convinta di essere al sicuro nella città.
Viktor è, invece, il figlio di un sarto ebreo che servì la Germania nella prima guerra. A differenza del padre il ragazzo percepisce che la realtà per gli ebrei è mutata e che non tornerà più come era prima, proprio per questo ha continui battibecchi con lui e cerca di convincerlo ad espatriare in America.
Le loro strade si dividono il giorno dopo e la tragedia comincerà lentamente a intromettersi nelle loro vite. Dovranno ricredersi e fare compromessi con loro stessi, nascondersi e combattere per riuscire a superare i quattro anni che seguiranno.
L'evoluzione più o meno rapida dei personaggi è stata resa in modo attento e scrupoloso, portandoci a comprendere come, effettivamente, la guerra cambi e marchi le persone che vi hanno partecipato e vi sono sopravvissuti.
Dimenticatevi, però, di vedere le solite scene di campi di concentramento o di soldati che
gratuitamente infliggono punizioni ogni due per tre. Questi argomenti vengono accennati e accantonati rapidamente per lasciar spazio a qualcosa di diverso: alla delusione per una realtà fin troppo edulcorata dalla propaganda. Gli stessi ragazzi partiti convinti di diventare eroi di guerra e che detestavano il minore dei Winter per il suo disfattismo rimangono sconvolti di fronte alla morte che li circonda e alla mancanza di eroismo di alcuni atti che compiono i loro superiori.
La propaganda, Hitler stesso, ha mentito portandoli in un enorme mattatoio dove non c'è nessuna via d'uscita, da qualsiasi parte si vada li aspetta la fucilazione e perciò si rimane a combattere solo per i commilitoni o per il senso di dovere.
Significativa è la scena in cui Charlotte, durante la fuga dal fronte, spegne la radio che propone un discorso di incoraggiamento verso i soldati che dovranno respingere l'avanzata, quasi a voler sottolineare come quelle parole siano in realtà vuote e inutili e nessuno vi creda più, nemmeno nel momento del dolore.
Tutti, dalla meravigliosa Greta al ligio Wihelhem, si macchiano di terribili peccati, portandoli a perdere i loro sogni e le loro speranze, arrendendosi a quel mondo crudele, divenendo i fantasmi dei ragazzi gioiosi e allegri che avevamo incontrato nei primi minuti della serie.
E' una serie che ha sollevato molte polemiche e che deve farlo. Deve portare le nuove generazioni a confrontarsi con quelle che hanno dovuto affrontare queste tragedie e chiedersi quanti e quali siano i compromessi che i nostri padri e le nostre madri hanno dovuto fare per poter sopravvivere.

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