Al giorno d'oggi sentiamo in continuazione molte persone che dicono: "Eh, ma se ci fosse Mussolini, si starebbe meglio!" , "Mussolini questo non l'avrebbe mai permesso!", "Ci vorrebbero il Duce e il Fuhrer!".
Ma cosa accadrebbe se il Fuhrer stesso comparisse ai giorni nostri?
E' quello che si chiede Timur Vermes, scrittore tedesco che in una brillante commedia di fantapolitica prova ad immaginare quali sarebbero i pensieri e le azioni di Hitler, catapultato ai giorni nostri, costretto a destreggiarsi goffamente tra una donna tozza al vertice del Paese (che altro non è che la Merkel), la sempre più crescente compassione nei confronti di immigrati e stranieri, e, comicamente, gruppi di neonazisti che in lui non vedono altro che un buffone.
Raccontato dal punto di vista del neo-resuscitato Adolf Hitler in forma di diario, vediamo come un dittatore il cui ultimo ricordo era il suo suicidio in un bunker a Berlino riesce a zigzagare tra la civiltà contemporanea e riuscire, nonostante i diversi usi e costumi, a diventare comunque una figura di rilievo all'interno del panorama tedesco.
Il libro è molto dettagliato dal punto di vista "storico": nell'appendice, l'autore spiega non solo gli avvenimenti citati nel racconto, che ai più potrebbero risultare incomprensibili, ma anche le caratteristiche caratteriali e dialettiche del Fuhrer.
Insomma, un piccolo capolavoro che non stupisce sia diventato velocemente un best-seller, che conta più di 2.300.000 copie, tradotto in 41 lingue, e trasportato cinematograficamente nell'omonimo film, di questi giorni al cinema.
Un capolavoro di dialettica, storia, politica e comicità, che non solo ti regala qualche ora di risate, ma riesce anche ad insegnarti qualcosa su quell'affascinante periodo degli anni '30 e su questo personaggio su cui ci si fa sempre così tante domande.
Ciao, scusa se ti disturbo, ma volevo metterti al corrente che ti ho nominata per il Liebstar Award, spero la cosa non ti dia fastidio.
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